Sherlock, Lupin & Io - 12. La nave degli addii by Irene Adler

Sherlock, Lupin & Io - 12. La nave degli addii by Irene Adler

autore:Irene Adler [Adler, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788858517260
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2017-04-04T08:15:27.557000+00:00


Capitolo 13

UN INCONTRO E UN SOSPETTO

Quella notte passai molto tempo alla finestra, scrutando le luci delle stelle e quelle delle lanterne dei pescherecci, nella distesa di buio che era il mare. Ascoltavo ogni rumore della casa, trasalendo tutte le volte. Infine mi addormentai sulla poltrona, dove mi risvegliai con le ossa rotte.

Doveva essere da poco passata l’alba, quando cercai di rimettermi in piedi. La casa era sprofondata in un silenzio irreale.

Indossai una vestaglia pesante e uscii dalla camera di mio padre, di cui non avevo neppure toccato il letto. Le altre camere erano tutte chiuse, e da quella di Sophie proveniva un debole russare.

Scesi di sotto e, quando mi avvicinai alla porta che conduceva in cantina, mi accorsi che qualcuno l’aveva lasciata socchiusa.

Con il fiato corto per la paura, la spinsi cautamente, lasciandomi avvolgere dal consueto manto di tenebre dello scantinato. Mi pareva di sentire un lontano ticchettio, ma poteva essere semplicemente il battito del mio cuore nelle orecchie. Scesi un gradino, poi un secondo. Ben presto uscii dal chiarore che proveniva dalla porta, e proseguii nella più completa oscurità, i sensi all’erta come non mai. Mi fermai solo quando fui completamente sicura di non essere da sola, là sotto.

E allora domandai, piano: – Sherlock?

Le tenebre si mossero davanti a me, il profilo affilato del mio amico sfiorò il mio e ci ritrovammo uno accanto all’altra, sugli scalini. – Che ci fai, qui? – gli domandai, sorpresa, riprendendo fiato.

– E tu? – rispose lui, brusco.

– Non riuscivo a dormire.

– Siamo in due, allora.

– Ma come ci sei finito, quaggiù?

– Davo un’occhiata in giro… Quello che sta accadendo in questa casa è strano, anzi assurdo, Irene. Speravo di trovare… qualcosa. Qualsiasi cosa che potesse dare un senso agli eventi di questi giorni – rispose lui.

– E hai avuto fortuna?

– No, purtroppo – rispose lui.

Sospirai.

– In ogni caso… Forse non è prudente aggirarsi di notte in questo modo. Sono tutti sul chi vive, dopo la faccenda delle collane – considerai.

– E la famigerata “mela marcia” più di tutti, se davvero esiste – osservò lui.

– Già… Se esiste.

Io non riuscivo a crederci davvero. I fratelli Horak, il signor Holden, il maggiordomo Bingham mi parevano tutti così granitici nella loro fedeltà a Bewel-Tevens e al duca di Loewendorf, che la sola idea che uno di loro fosse una diabolica spia al soldo dei von Ormstein appariva ai miei occhi una vera sciocchezza.

Stavo per risalire le scale quando udii nuovamente la voce di Sherlock, nell’oscurità.

– C’è un’altra cosa che non capisco.

– Che cosa?

– Il giuramento... Perché hai voluto che lo ripetessimo?

Spalancai gli occhi, nel buio.

– Io… È semplicemente perché…

– Perché tutto sta per cambiare, non è vero? Il nostro giuramento sta per essere spezzato…

Balbettai qualche sillaba sconnessa.

Non capivo. E quelle parole affondavano nel mio petto come un pugnale.

– Non devi dire nulla… Ciò che provi per Arsène… È sufficientemente chiaro…

Lo stupore più puro dischiuse lentamente le mie labbra. Era dunque di quello che Holmes stava parlando?

Ora capivo, finalmente, ma non riuscii comunque a trovare nulla da dire.



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